MAXI TRAFFICO DI COCAINA E RICICLAGGIO. COINVOLTO E INDAGATO BROKER CHIANCIANESE. E’ STATO ANCHE ESPONENTE DI FORZA ITALIA E PRESIDENTE DEL LIONS CLUB…

CHIUSI – Su L’Espresso di questa settimana (24 settembre) un articolo di Lirio Abbate torna su una vicenda di cronaca che era già comparsa sui giornali nel mese di giugno, con nuovi particolari. Si tratta delle indagini seguite all’arresto di un boss della cocaina. Uno dei più importanti e “ricchi” d’Europa. Forse del mondo. Uno che i soldi, da quanti ne aveva, non li contava più. Li pesava. Li contabilizzava a chili, come le pesche o le melanzane. Uno che la coacaina la poteva pagare prima ancora di riceverla e di rivenderla. Una possibilità, questa che lo metteva in una posizione di assoluto vantaggio rispetto alla concorrenza e ai fornitori, per lo più sudamericani. Il personaggio in questione è Cosimo Damiano Tassone, 46 anni, calabrese di Catanzaro, ma da tempo operante sul litorale romano. Precisamente ad Ostia.
Gli inquirenti parlano di lui come uno dei più importanti “grossisti” di polvere bianca, leader sul mercato italiano con un controllo sul 75% del totale… Naturalmente Tassone sapeva come gestire la sua montagna di soldi e soprattutto sapeva come “lavarli” e rimetterli in circolo puliti. E sapeva come trattare con gli intermediari di cui si serviva per il riciclaggio.
Pochi giorni fa, 3 mesi dopo l’arresto avvenuto a giugno, gli agenti delle Fiamme Gialle hanno trovato a casa di uno degli indagati addirittura la “prova provata” del sistema utilizzato, una sorta di “contratto di riciclaggio”: un foglio scritto a mano su cui è indicata la percentuale di cambio da euro a dollaro, le banche in cui avviene il “lavaggio” e le località all’estero, con tanto di indirizzo preciso in cui è prevista la consegna del denaro ripulito. Il tutto sottoscritto e firmato dalle persone coinvolte nell’operazione: imprenditori, brokers, titolari di agenzie finanziarie… Come se questi avessero firmato la prova della loro colpevolezza e quindi la loro condanna. Perché il riciclaggio di denaro è reato grave punito penalmente.
Ovvio che quel documento fosse un modo escogitato dal boss Tassone per evitare scherzi o svicolamenti dagli accordi sottoscritti da parte dei suoi “terminali”… Tra l’altro dalle intercettazioni operate dalle forze dell’ordine risulta che lo stesso Tassone non si facesse scrupoli a minacciare, anche pesantemente, le persone di cui si serviva. Ed è noto che fosse in contatto sia con Cosa Nostra che, soprattutto, con la ‘Ndrangheta calabrese.
Ecco, tra questi “intermediari” (firmatari del contratto di riciclaggio e ora indagati) figurano anche due imprenditori di Prato, padre e figlio (Alessandro e Massimiliano Carlesi) e un mediatore finanziario operante a Lugano, Svizzera. Certo Gaio Castagnozzi. Nome piuttosto noto anche da queste parti. Il broker infatti ha operato per diversi anni a Chianciano Terme e per la verità era già incappato in qualche disavventura: nel 2014 era stato infatti radiato dall’Albo dei Promotori Finanziari per “accertata attività illecita”.
Ma Castagnozzi è noto in Valdichiana e dintorni per essere stato anche un esponente di Forza Italia e presidente del Lyons Club. A Chiusi Scalo, sulla facciata di un palazzo storico (del 1920) c’è una targa a ricordo della figura del proprietario di quel palazzo. Ebbene la targa fu voluta e apposta nel 2008 dal Lions Club di Chiusi-Chianciano ed è firmata proprio da Gaio Castagnozzi in qualità di presidente del sodalizio.
Ora sappiamo che a volerla, quella targa, fu un personaggio coinvolto in operazioni di riciclaggio di denaro proveniente da traffico di stupefacenti e in rapporti d’affari con noto boss in odore di ‘Ndrangheta. Una ragione sufficiente, a nostro avviso, per farla rimuovere. E per chiedere a sodalizi come il Lions Club una maggiore attenzione sui personaggi cui affidano incarichi di rilievo. Ma, diciamolo pure, anche una ragione, per la politica, per le amministrazioni locali, di usare una maggiore cautela nei rapporti, troppo spesso idilliaci, con certi sodalizi. Detto, ovviamente, senza colpevolizzare il Lions Club per l’infedeltà e le malversazioni di un broker spregiudicato che probabilmente dei Lions come della politica (Forza Italia) si è pure servito per fare i propri affari.
Da certa gente meglio stare alla larga. E invece, sempre più spesso anche la politica, le associazioni volontaristiche, sportive, di categoria risultano abitate da figure poco limpide. E nessuno che se ne accorga in tempo.
m.l.
GIANNETTO MARCHETTNI, ci fa sapere che “Gaio Castagnozzi è stato socio e presidente del Lions Club Valchiana i Chiari con sede in Montepulciano ed in tale contesto appose un pò di anni fa la targa. Nulla ha mai avuto a che a fare con il Lions Club di Chianciano e con il Lions Club Chiusi”. Lo ringraziamo della precisazione.
il problema non è di una persona o di più persone che siano stati soci di quell’associazione o di quell’altra ( Chianciano, Montepulciano, Chiusi o Montallese non c’entrano nulla)Il problema non è localistico per il quale si debba assistere ad uno scarico di presunte responsabilità dalle quali prendere la distanza. Il problema è veramente credo sociale e riguarda come sia costituita la società oggi.Per la quale l’associazionismo previsto giustamente e democraticamente dalla Carta Costituzionale, spesso ricopre ruoli che possono sfociare in tali prassi e manifestazioni contenute ed espresse dall’articolo che abbiamo letto.Mi si spieghi il motivo del perchè- eppure sulla carta sono aperte a tutti – il nome di un operaio od un ferroviere oppure un disoccupato non si riscontra mai negli elenchi di tali iscritti. Segno è-secondo il mio parere- che sono le stesse persone che si iscrivono che manifestano la volontà di condividere dei temi, perlopiù finalizzati al sociale ma non solo quelli (difatti in molti casi fanno anche atti di beneficienza)ma il più delle volte diventano e sono nella realtà un modo di frequentarsi per relazionare in comitati di affari.Il tutto accompagnato dall’idea della condivisione valoriale del proprio lavoro come mezzo per assurgere a livelli sociali più elevati facenti parte anche dell’autogratificazione personale e del confronto fra chi è che sia più abile o capace e chi ancora annaspi per elevarsi.Il sistema odierno dove viviamo produce incessantemente tali valori.Pensiamo un momento a come siano intesi il lavoro e le classi sociali negli Stati Uniti d’America che in tali casi rappresentano il futuro ed il modello,dove quasi tutto o tutto si misura nel possesso del denaro e nella perspicacia per produrlo oggi meno di domani.Quindi il problema di molto di tale associazionismo-che poi spesso risulta anche senza controllo alcuno nè dell’etica delle persone che dirigono e neppure in quella di molti affiliati-quest’ultimi spesso per scopi ben materiali e di sostanza e quasi mai veramente etici, Cosa volevo dire con tale discorso? Volevo solo dire che oggi nella vita che viene vissuta spesso si attua e prendono forma nella persona,pulsioni e volontà di appartenere ad una classe sociale che si distingue dalle altre e che spesso produce nelle menti degli appartenenti,idee e simboli anche comportamentali e spinte di appartenenza che sono la maggior parte delle volte fuori dalla realtà, quasi sempre loro proiezioni mentali e servono per credersi collocati socialmente su certi livelli.Vi sono invece in tali associazioni che raggruppano tante persone e fra queste anche uomini e donne intelligenti,colte e sensibili che ricoprono ruoli e relazionano con dovute istanze e mezzi intellettuali di tutto rispetto. Certamente il diritto e l’espletamento dell’associazionismo è previsto dalla Costituzione ed è espressione democratica della vita e quindi è necessario che le leggi lo possano prevedere e regolare, ma in molti casi è la vita come viene plagiata oggi dal motore dei media(non mi stancherò mai di dirlo)che conduce a ricoprire istanze, volontà di vivere in forme associative per pienare anche il vaso dell’ isolamento individuale e gratificarsi socialmente ed in gruppo per tale mancanza.La società come assistiamo,continua ad andare incessantemente verso il modello americano nei valori e nell’etica comportamentale,mentre il mondo s’impoverisce sempre di più e gli appartenenti alle classi subalterne migrano e scappano dalla miseria prodotta dall’occidente con rapine e guerre negli ultimi secoli-perchè questo è in realtà- e cercano di emulare tale modello.Ormai l’ingranaggio si è messo in moto e non si fermerà e porterà forse alla triturazione della civiltà che l’ha prodotto.Qualcosa del tipo già previsto nel lontano 1848, con altre modalità, con altri percorsi ma con tante cose in comune con quell’appello.Sarebbe bene -credo- in questo senso che molti aderenti a tali associazioni possano ed abbiano la volontà di contemplare la presenza di questo grande dilemma.Forse finirebbero con essere un po’ più con piedi per terra, non tanto per ricercare l’opulenza ed il successo e la sua parametrazione e confronto sociale e lo scarico di coscienza con la beneficienza (non regalare il pesce ma insegna loro a pescare diceva qualcuno)ma una via probabilmente molto più produttiva e diretta per cambiare il mondo. Si, perchè è una cosa questa che è come la politica: o la fai o la subisci.In pratica volevo dire che secondo me in questi anni che viviamo non c’è alcun bisogno di tale forme associative ma di ben altro.Ma si sà,quasi sempre è la scala dei bisogni che prevale su quella delle idee, poi figuriamoci in questi tempi che ”idee ed ideali”non vivono dei bei momenti cosa si debba aspettare la maggior parte della gente.
In qualità di Presidente del Lions club di Chiusi faccio presente che il Sig. Gaio Castagnozzi non è mai stato iscritto al club da me attualmente presieduto , di conseguenza non ha potuto ricoprire alcuna carica sociale . Chiedo, quindi, che l’erronea notizia riportata su questa pagina sia tempestivamente smentita con la medesima visibilità con la quale è stata diffusa.
Come avrà visto era già stato pubblicato un commento di Giannetto Marchettini che diceva la stessa identica cosa. E cioè che il sig. Castagnozzi invischiato in un maxi traffico di cocaina e operazioni riciclaggio, non era presidente del Lions Club di Chiusi, ma di quello di Montepulciano. Ci sembrava sufficiente, come precisazione. Anche perché pur essendo diversi i due circoli, l’appartenenza al Lions Club di Castagnozzi è confermata. Ed è confermata anche da quella targa ricordo apposta su un palazzo storico di Chiusi Scalo, che a nostro avviso andrebbe immediatamente rimossa. Anzi sarebbe forse opportuno che i Lions di Chiusi dicessero la loro sulla targa e sulla figura di Castagnozzi, che in quel caso, se i circoli non hanno nulla a ce fare l’uno con l’altro, ha compiuto una “invasione di campo”. O no?
La targa si è autoaffissata sul palazzo, nessuno l’ha mai vista o verificata e il figuro non è mai esistito … non è stato nessuno e non è successo niente.
Questo broker infedele fino a qualche tempo fa lo conoscevano tutti, era sempre presente in tutti i “salotti” della zona, ha fatto politica, è stato presidente di un club Lions. Ha partecipato a decine e decine di eventi… Ora, guarda caso, non lo conosce nessuno… Le Tv locali non ne parlano, i giornali e i blog locali (tranne Primapagina) nemmeno… Anche l’Espresso pare non lo legga più nessuno… Mah…
Visto che quella targa ricordo, firmata dal broker sotto inchiesta (ma praticamente reo confesso, per iscritto) per traffico di cocaina, riciclaggio e rapporti con le mafie richiama un club Lions, quelo intitolato “I Chiari” e “il lionismo tutto”, credo che i Lions del territorio (quelli del club I Chiari e “il lionismo tutto”) dovrebbero prendere le distanze da un personaggio quantomeno discutibile e dalle sue frequentazioni… Per ora i Lions di Chiusi si sono premurati di chiarire che Castagnozzi non faceva parte del club chiusino e che l’articolo di Primapagina, in quella parte, era impreciso… Ma il problema è un altro. Serve un altro passettino…