DIECI PROVINCE AL COLLASSO ECONOMICO: ANCHE PERUGIA, TERNI, SIENA E AREZZO. IMPOSSIBILE GESTIRE STRADE, SCUOLE E SERVIZI
Se vi è capitato recentemente di percorrere la S.R 71 tra Po’ Bandino e Arezzo o altre altre strade provinciali umbre e toscane come quella che da Chiusi porta a Castiglione del Lago via Vaiano, Villastrada, o anche la Siena-Bettolle-Perugia o la 146, la 326, la 321, la Fondovalle tra Chiusi e Fabro… vi sarete accorti che versano tutte in condizioni pietose: buche, avvallamenti, erba alta sulle banchine e sulle aiole spartitraffico, segnaletica approssimativa o inesistente, manto stradale a dir poco da rally… E se vostro figlio o vostro nipote vi ha chiesto un rotolo di carta igienica da portare a scuola, perché a scuola la carta igienica non c’è, il motivo è presto detto. Signori non c’è più una lira! Anzi, un euro. Né per la manutenzione delle strade, né per il riscaldamento, le spese telefoniche o la carta igienica delle scuole, né per il funzionamento dei centri dell’impiego.
Dieci Province del centro Italia sono al collasso economico e nei prossimi mesi saranno costrette ad annunciare ai rispettivi Prefetti che saranno impossibilitate a garantire questi servizi essenziali. Nello specifico si parla di Arezzo e Siena in Toscana, Perugia e Terni in Umbria, Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata e Ascoli Piceno nelle Marche, Rieti e Viterbo nel Lazio.
Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, spiegando che la causa è la «gravissima situazione finanziaria in cui versano i nostri enti, causata da una pesante e continua riduzione delle risorse a disposizione dalla legge di stabilità 2015, aggravata dalla mancata attuazione della riforma Delrio ed accompagnata dalla definizione irrazionale degli obiettivi del patto di stabilita’ interno, costruiti su basi di calcolo assurde e incongruenti con la realtà».
La comunicazione Il presidente Mismetti ha ricordato poi che il taglio delle risorse provinciali è di un miliardo per il 2015, due miliardi per il 2016 e tre miliardi per il 2017, «sul falso presupposto che buona parte delle funzioni finora svolte dalle Province sarebbero dovute passare a Regioni, Comuni e allo stesso Stato, già a partire dal 1 gennaio 2015. In realtà, mentre il taglio finanziario è stato immediato, le nostre Province, nelle more del trasferimento delle funzioni, sono costrette a gestire tutte le materie ormai di competenza degli altri enti, facendosi carico di tutte le spese. Una situazione assurda e insostenibile». Da qui «l’impossibilità di varare il bilancio di previsione 2015 e di garantire i servizi ai cittadini».
Una situazione da allarme rosso. A pochi mesi dalla “riforma” che ha trasformato le Province in Enti si secondo livello, non più elettivi, ma di nomina da parte degli enti locali. Una riforma che doveva cambiare verso alle Province e non ha cambiato un bel niente, se non in peggio, facendo mancare anche le risorse minime vitali per i servizi essenziali ad esse demandati: strade, scuole, centri per l’impiego… L’area della “Tuscia” è completamente in ambasce: Siena-Arezzo-Terni-Perugia e Viterbo, tutte sull’orlo del dissesto. E, come dicevamo, all’inizio, guardando la situazione delle strade e delle scuole, non che non si veda…
Se queste sono le grandi riforme renziane, c’è poco da stare allegri. Ora, le Province si possono anche chiudere, ma le strade qualcuno le deve asfaltare e la carta igienica nelle scuole non può mancare…
Cosa dicono su questo, i nuovo consiglieri regionali appena eletti?