TELE IDEA: LA CRISI DI UNA NON TV. DIASPORA IN REDAZIONE, NASCE UNA NUOVA EMITTENTE LOCALE

CHIANCIANO TERME – La storica emittente televisiva locale Tele Idea ha recentemente festeggiato i 30 anni di attività. Ma non se la passa benissimo. Quattro giornalisti dipendenti, tra cui la conduttrice Francesca Campanelli, si sono licenziati lamentando la mancata riscossione di 9 mensilità, più il Tfr. Il nuovo amministratore delegato della Tv chiancianese Sabrina Poggiani, in carica da un mese circa, ha replicato con toni concilianti, invitando gli “ammutinati” a tornare a collaborare. Ma la risposta è stata picche. Anzi, i 4 transfughi di Tele Idea daranno vita a breve ad una nuova emittente regionale, denominata NTI, che trasmetterà in tutta la Toscana sul canale 271 del Digitale terrestre. Insomma non solo Tele IdeA ha perso i suoi giornalisti, ma se li ritroverà pure come concorrenti.
Da tempo Tele Idea aveva abbassato il livello dei propri servizi, erano sparite anche trasmissioni piuttosto seguite come quelle di taglio sportivo condotte da Riccardo Lorenzetti. E, diciamolo pure, sul piano strettamente informativo non è mai stata granché. Negli ultimi anni in particolare Tele Idea si è caratterizzata come tivù a gettone, cioè a pagamento, con servizi-velina stile ufficio stampa per alcuni comuni, per la Curia, per alcune associazioni o aziende. Mai uno scoop o un servizio su temi scottanti che pure hanno fatto parlare le comunità locali. Sempre e solo comunicati o notizie che non disturbassero il manovratore.
Più volte come primapagina, per esempio, abbiamo tentato di coinvolgere Tele Idea su alcune vicende locali, anche clamorose, come quella del Centro merci fantasma pagato con i soldi del Patto territoriale, come lo stadio incompiuto di Chiusi (se ne sono accorti quelli di Striscia la Notizia, come mai non Tele Idea?), come l’inquinamento da nichel della falda di Fondovalle o la stazione in linea per l’alta velocità, come i negozi e le imprese che chiudono falcidiate dalla crisi come le mosche dal Ddt… Mai abbiamo avuto risposte né si è assistito ad un minimo di “sponda”. Sempre silenzio di tomba, o, al massimo, qualche intervento ufficiale a smorzare l’eventuale polemica.
Mai Tele Idea ha partecipato, pur essendo sempre stata invitata, a Cronache Italiane, il Forum nazionale della stampa locale che Primapagina ha organizzato dal 2007 al 2011 a Città della Pieve, con la presenza di centinaia di testate giornalistiche e televisive di tutta Italia.
Peccato perché una televisione, anche se di dimensioni ridotte e con pochi mezzi, è un giocattolino che può avere grande peso sull’opinione pubblica del territorio. E se Tele Idea ha fatto, questo sì, un po’ di “servizio pubblico” facendo parlare ad esempio i partiti politici, le liste civiche in tempo di elezioni, ha trasmesso Giostre del Saracino, Palii dei Somari, Bravii delle Botti e Ruzzi della Conca, ha assicurato per parecchi anni una discreta e puntuale informazione sportiva, ciò non può essere sufficiente.
Ha perso molti treni Tele Idea pensando che per sopravvivere fosse necessario e sufficiente ossequiare il potere di turno, non mettersi di traverso. Insomma che fosse meglio fare il coro e la grancassa, che la voce dissonante. Ci dispiace per la situazione dei giornalisti che reclamano le proprie spettanze, non sappiamo come sarà la nuova emittente NTI e che taglio avrà… Né come continuerà ad operare Tele Idea, che – fa sapere l’amministratrice Sabrina Poggiani – si affiderà a collaboratori volontari… e questo non è buon segno per una Tv abituata ad avere giornalisti a libro paga.
A noi, che siamo sulla breccia da 25 anni, pochi meno dei 30 di Tele Idea, e che con Tele Idea abbiamo avuto anche momenti di collaborazione, negli anni ’90, piace un altro tipo di giornalismo. Un altro stile. Un altro approccio alla notizia. Abbiamo avuto e abbiamo anche noi i nostri problemi. La crisi è crisi per tutti. E abbiamo anche meno mezzi di Tele Idea. La carta non è la Tv. Il web non lo è ancora. Però non abbiamo mai abbassato la guardia. Se lo avessimo fatto sarebbe finita la nostra stessa ragion d’essere.
Per questo, avremmo preferito una Tele Idea più d’assalto. Più ‘cattiva’ e meno buonista. L’avremmo voluta, qualche volta almeno, al nostro fianco. O davanti a noi. Non abbiamo avuto il piacere.
Chissà se la crisi attuale, con la rottura all’interno del corpo redazionale e la diaspora, convincerà i reduci di Tele Idea e i giornalisti della nuova emittente a cambiare strategia… Quanto a Tele Idea, non ci facciamo molte illusioni: non si cambia facilmente lo stile di una vita. Quanto agli altri e a NTI, vedremo. L’inizio di una nuova avventura porta sempre nuovi stimoli. Se possiamo azzardare un consiglio, il consiglio è “provateci!”. Un’altra tv che propina solo veline serve a poco. Forse a niente.
Marco Lorenzoni
IL COMMENTO CHE SEGUE E’ DI LUANA SCIPIONI
Penso che Tele-Idea avrebbe potuto essere diversa e autonoma dal “potente” di turno anche senza essere, come dice Lorenzoni “cattiva”. Posso testimoniare che, per molti anni, ho inviato notizie relative alle iniziative di una Associazione di volontariato, senza averne mai avuto uno straccio di risposta. Possibile che non hanno mai trovato nulla degno di attenzione? So bene che hanno il diritto di scegliere le notizie da far passare, ma mi è rimasto sempre il dubbio che occorresse essere sponsorizzati!
Caro Marco, lasciamo che siano i lettori o i telespettatori a giudicare il nostro lavoro. Autoproclamarsi paladini della libertà di stampa e attaccare il resto del mondo non ha molto senso: è una pratica autoreferenziale che non fa onore alla nostra categoria. Fatta questa premessa, e riconoscendo alla tua storia personale e al tuo giornale l’autorevolezza di una voce libera e indipendente (lascia che siano gli altri a dirlo!), permettimi (prima di affrontare la questione che più mi preme)di fare una breve precisazione che spero non risulti troppo autoreferenziale. In ogni articolo e in ogni servizio che ho firmato, durante i dieci anni di lavoro a Tele Idea e non solo, non ho mai chinato né la testa né la schiena. Come ripeto spesso alle persone con cui mi capita di discutere (capita spesso in democrazia, e in qualche post è capitato anche con te) ho nel Dna la dignità e l’orgoglio di due nonni partigiani e di una famiglia che mi ha insegnato a dire sempre quello che penso, anche quando non è conveniente. Questo per quanto riguarda me, non rispondo poi di scelte editoriali di cui non ho mai avuto la responsabilità. Ma la questione che più mi sta a cuore, e sulla quale concordo pienamente con te, è quella relativa all’annuncio della nuova direzione di Tele Idea di affidarsi a collaboratori volontari. Sono d’accordo con te: non è affatto buon segno. Il nostro lavoro, per essere libero e credibile, deve essere qualificato e per essere qualificato deve essere degnamente retribuito. Tutti si indignano, a ragione, perché giovani plurilaureati vengono sfruttati in assurdi stage durante l’expo e poi nessuno leva un dito contro testate e redazioni che vanno avanti quotidianamente con l’impegno saltuario di volontari di ogni età che magari nella vita hanno fatto e fanno tutt’altro ma che, per hobby o soprattutto per egoismo personale, si divertono a scrivere sui giornali o a lavorare in tv. Ognuno è libero di fare quello che vuole, ci mancherebbe altro, ma finché non toglie la libertà ad un altro e i volontari in un posto di lavoro rubano la libertà di fare quel lavoro a chi avrebbe i requisiti per farlo e la necessità di ricevere uno stipendio. Purtroppo di questi casi ce ne sono moltissimi. NTI non sarà uno di questi. Ti ringrazio, anche a nome dei miei compagni d’avventura, per il tuo augurio e per il tuo consiglio: spero di poter collaborare con te e con il tuo giornale per un racconto attento e libero del nostro territorio. Con stima, Francesca.
Cara Francesca, la mia opinione sul tipo di giornalismo fatto da Tele Idea, non riguarda la tua professionalità o uella degli altri giornalisti, quanto le scelte e la linea editoriale che è sempre stata quella che ho descritto. Ragione per cui io stesso smisi di collaborare con l’emittente più di 20 anni fa. E non è nemmeno una sparata autoreferenziale. È una constatazione e un giudizio espresso con tutta franchezza, su una testata giornalistica che a mio avviso ha sprecato risorse energie e professionalità fornendo un servizio spesso appiattito e acritico, quando invece avrebbe potuto fare molto meglio. Tutto qui, in bocca al lupo per la nuova avventura…
TeleIdea è sempre tata una tv spazzatura…che chiudaaaaa
Peccato! Peccato perchè sono stato uno dei primi (credo) a collaborare con l’emittente ed a fornire, per quanto potevo, il mio contributo.
La crisi che l’attanaglia però, ha origini profonde e mai dissipate (ahimè!) nel tempo.
Concordo comunque in linea di massima su quanto espresso da Marco Lorenzoni, anche se in fondo è difficile poi parlare di amici con i quali hai condiviso tempo, lavoro, soddisfazioni…
L’unico augurio che mi sento di poter fare è che se nascerà la nuova emittente, possa esserci una sana e stimolante “concorrenza” che possa servire da sprone ad entrambe.
In bocca al lupo!
ho ritenuto sempre tele idea una emittente sfacciatamente asservita al PD.
Concordo con Lorenzoni che il limite possa aver riguardato la linea editoriale e quando si parla di linea editoriale si parla di cultura politica.Senza avere la pretesa di insegnare nulla a nessuno, la cultura politica e’sempre stata -da che mondo e’mondo-ciò che ha contraddistinto il livello di ogni impostazione culturale e di ogni realizzazione culturale, e se manca questa il limite scivola inevitabilmente -come dicono a Napoli- nella frittura.E questo indipendentemente dalle capacità’ degli addetti ai lavori. Il mondo dei media si sa, per sua natura ha una grande responsabilità’ soprattutto di natura sociale ed educativa,che può’ mettersi in maniera critica o viceversa acquiescente verso il sistema economico-politico dominante. Da qui le conseguenze che credo debbano essere tratte.Poi ogni caso è’ un caso a se’,ma ritengo che in ogni modo non si possa mai prescindere da ciò che ho detto precedentemente.I destini economici in una economia come la nostra disegnano anche i percorsi,soprattutto nelle imprese che occupano il mondo mediatico, ma soprattutto per questo motivo l’appiattimento culturale e di conseguenza politico dovrebbe rappresentare il fatto inequivocabile che non possa giovare a nessuno.La questione come si vede ritorna sempre lì’ : alla cultura politica. Il solo cavallo di razza che permette di superare le intemperie.Se si posseggono ronzini ci si impantana le fango,poi ci pensa la piena a portarti via,perché questa alla fine è inevitabile anche e pur sempre se si cambi forma e non sostanza.Ma quando non si intendono le lezioni perché si pensa che l’impresa possa essere buona per tutte le stagioni evidentemente si ha un limite dentro.Ed il limite non è tanto economico bensì culturale,che affonda le sue radici nella cultura politica.
L’articolo è del 2015. Da allora qualcosa è cambiato. Tele Idea non è diventata una TV d’assalto, ma è più TV. Riccardo Lorenzetti PRT esempio la TV la da fare.
La riflessione che ho cercato di fare e’ buona per tutte le stagioni- e può essere applicata a tutti ed in ogni momento.Cosa vuol dire : è più TV ? Od almeno ti domando cosa intendi e quale possa essere la diversità rispetto a prima?
La discussione di 2 anni fa mi sembra sufficiente. Riaprirla oggi sulla base di quell’articolo mi pare francamente poco utile. Personalmente resto dell’idea che tutte le tv locali potrebbero fare un’informazione diversa, più puntuale, più indipendente, meno paludata. Chi le gestisce evidentemente è di altra opinione. Ma l’articolo di 2 anni fa mi pare abbastanza chiaro su questo. Ne abbiamo parlato tante volte, anche nelle varie edizioni di Cronache Italiane, Ognuno fa giornalismo come meglio crede. O come gli riesce.