STAZIONE ALTA VELOCITA’: BUFALA ERA E BUFALA RIMANE. LA POLITICA DICE SI’, I CITTADINI RISPONDONO MEGLIO DI NO…

CHIUSI – Un paio di risultati, forse tre, con l’iniziativa pubblica di ieri al Mascagni, Stefano Scaramelli li ha ottenuti: 1) ha riempito il teatro e se l’iniziativa doveva servire come lancio della sua possibile candidatura alla Regione Toscana (molto probabile quella per un seggio in Consiglio, meno probabile e forse fuori portata quella per la corsa alla Presidenza) può legittimamente segnare un punto a suo favore; 2) ha incassato l’adesione e il sostegno alla candidatura di Chiusi come location di una ipotetica stazione per l’alta velocità da parte di buona parte della politica e delle istituzioni senesi e umbre. Per la parte toscana solo quelle senesi per la verità (altri non si son visti né sentiti), mentre l’Umbria era presente in massa con due consiglieri regionali, molti sindaci e assessori, dirigenti del Pd. 3) ha riaperto il dialogo e rilanciato in qualche modo un ragionamento politico di area tra i comuni del sud senese e quelli dell’Orvietano, del Trasimeno, del perugino…
Ovviamente la Stazione in linea per l’alta velocità è ancora materia da libro dei sogni. Ma intanto gli umbri che avevano “candidato” Ponticelli si sono accodati alla proposta di una possibile ubicazione a Chiusi, area ex centro carni, zona industriale elle Biffe, al confine con Città della Pieve e a 5-6 km di distanza dal punto previsto per l’eventuale location a Ponticelli. La differenza sarebbe davvero irrisoria. Ma l’adesione e la convergenza su Chiusi non era scontata in partenza. Ora è stata messa nero su bianco. La battaglia dunque sarà comune, su un unico obiettivo e non in concorrenza l’uno con l’altro…
L’assemblea di ieri naturalmente non segna l’avvio del percorso per la realizzazione della nuova stazione sull’alta velocità. E’ semplicemente la proposta di una “candidatura”, quella di Chiusi, come snodo di un’area più vasta della Valdichiana.
Lo stesso progetto di massima presentato dagli architetti dello studio Pediconi, in forma del tutto gratuita e filantropica, ha precisato il sindaco Scaramelli, in questa fase è apparso come una fuga in avanti, abbastanza inutile e pomposa. Però ha fornito elementi utili di valutazione. Ha fatto capire che non si tratterebbe di un’opera di poco conto, ma di una infrastruttura molto complessa che, al di là dell’involucro in ferro, legno e vetro, in stile avveniristico, dovrebbe prevedere anche due binari su viadotto da affiancare ai due della linea AV attuali per consentire la frenata e la fermata in direzione sud e in direzione nord, ascensori per la salita e la discesa dei passeggeri, essendo i binari e la stazione costruiti in “sopraelevata”, a 9 metri di altezza rispetto al piano stradale della Fondovalle. Non si è capito dall’esposizione dei tecnici se è stato considerato il fatto che a poche centinaia di metri dall’area centro carni in cui sorgerebbe la stazione, in direzione nord c’è una galleria…
Non sono stati forniti dati sull’utenza, né sul numero delle fermate previste e se qualcosa alla fine è emerso è perché alcuni interventi della platea hanno posto l’accento su questi aspetti. Ed è singolare che se le istituzioni e la politica si sono mostrate unite e compatte nel sostenere il progetto,con l’eccezione dei 5 Stelle, tutti gli interventi del pubblico (rappresentanti dei pendolari, docenti, ferrovieri, giornalisti…) hanno espresso dubbi, perplessità se non contrarietà vera e propria. Portando dati e non per pregiudizio ideologico. Il sindaco di Orvieto Germani ha anche sgombrato il campo da un equivoco di fondo: quello che la nuova ipotetica stazione sarebbe una manna per i pendolari… “la necessità di intercettare l’alta velocità e quella di dare ai pendolari treni più veloci, più puliti, in orari più consoni, sono due battaglie diverse e separate”. L’alta velocità non è per i pendolari, questo è chiaro.
Si è capito – ma Scaramelli lo aveva già detto nell’intervista a Primapagina rilasciata alla vigilia dell’incontro – che nella nuova ipotetica stazione fermerebbero al massimo 8 coppie di treni al giorno. Quanti ne fermano attualmente nella Media Padana di Reggio Emilia, che però ha un bacino di utenza tre volte maggiore di quello che avrebbe la Media Etruria… Quindi è pensabile che non sarebbe facile nemmeno averne 8 di treni, magari qualcuno meno… Trenta milioni di euro per 8 treni al giorno, quando almeno 3 o 4 treni potrebbero tranquillamente fermare da subito nella attuale stazione di Chiusi utilizzando le connessioni di Ponticelli a sud e Montallese a nord sembra veramente una follia. Quantomeno una cosa su cui riflettere. Tra l’altro la perdita di tempo stimata sarebbe solo di 5-10 minuti in più rispetto alla fermata nella nuova stazione in linea…
E come mai il Pd che è così compatto nel chiedere la nuova stazione, non si muove con altrettanta compattezza per ottenere qualche fermata da subito alla stazione di Chiusi? Magari in via temporanea, nell’attesa di capire se a nuova stazione di farà o no? Il Pd esprime i governatori delle due regioni, i presidenti delle tre province (Siena, Perugia, Terni), la stragrande maggioranza dei sindaci del territorio, oltre al presidente del Consiglio che è toscano pure lui. Che cosa serve di più ai parlamentari toscani e umbri, ai consiglieri regionali per farsi sentire su un’ipotesi del genere?
Nell’intervista a Primapagina Scaramelli ha detto che la stazione di Chiusi dovrebbe essere “adeguata” con opere per circa un milione di euro. Bene. Tra un milione e 30 milioni c’è una bella differenza. E sarebbe comunque meno di quanto si è speso per uno stadio che non nascerà mai, per un centro merci che non esiste, per una pensilina inutile….
Nessuno all’assemblea di ieri, tranne qualcuno del pubblico, ha parlato della situazione pietosa delle strade che servirebbero a raggiungere la stazione Media Etruria: dalla Fondovalle, alla 146, dalla 71 alla 326… Che senso ha battersi e spendere un pacco di milioni di euro per ridurre i tempi di percorrenza dei treni e poi perdere mezz’ora per andare da Chiusi a Fabro o da Chiusi a Chianciano a causa di buche, limiti di 30 km orari, frane e semafori?
Insomma l’assemblea pubblica ha fatto incassare un po’ di applausi a Scaramelli, che dal suo punto di vista fa bene a farsene forte, ma ha anche acceso i riflettori, in pubblico (e questa è cosa buona e giusta. E utile) su quella che per noi era, è e resta più che una “grande opportunità per intercettare in futuro”, una bufala colossale che sarebbe meglio evitare. O, se proprio se ne vuol parlare, che almeno si faccia con dati alla mano sul traffico passeggeri, sulle tratte più frequentate, sui tempi di percorrenza e di fermata, sul numero dei treni, sull’impatto ambientale di quei viadotti, sui costi e sui benefici. Ieri, in qualche misura si è cominciato a fare. Il sindaco di Chiusi in conclusione ha sottolineato l’importanza del dibattito e l’apertura dimostrata anche verso le opinioni critiche che hanno avuto spazio e cittadinanza. Perché, poteva essere altrimenti? L’iniziativa era organizzata dal Comune di Chiusi. Il comune non è la casa di tutti?
m.l.
fausto scricciolo, Juri Bettollini, Manlio Mariotti, Simine Nasorri, Stefano Scaramelli
Mah…generalmente, soprattutto in tempi critici, si cerca di lavorare sulle risorse che si hanno, ottimizzandole. I costi sono minori, i tempi più brevi, i benefici più immediati rispetto alle “grandi opere”. I disagi di studenti e pendolari sono massicci. Tra cancellazioni definitive di treni, chiusura dell’edicola, ritardi clamorosi su tratte brevissime, costi ridicoli rispetto ad un servizio che non c’è, la stazione di Chiusi, punto nevralgico di collegamenti, sta morendo. La mala gestione sta sfiancando chi il treno lo deve prendere, per necessità, tutti i giorni e scoraggiando chi lo prenderebbe volentieri invece dell’auto ma, visti i chiari di luna, se ne guarda bene. “non ci sono soldi” comincia a diventare sempre più un leit motiv che una ragione credibile. Se 30 milioni per un’opera di dubbia utilità ci sono, ma molti meno per rivalutare una struttura che già esiste e sulla cui utilità è difficile discutere, allora c’è qualcosa che non va.
Alessia Dorillo dirigente regionale del Pd umbro scrive, precisando quanto ha detto all’inizioativa di ieri al Mascagni: “Almeno per quello che mi riguarda ho detto che al pd Umbria interessa l’alta velocità e che siamo aperti a valutare ogni fattibilità tecnica prendendo atto del fatto politico: i sindaci del Trasimeno,di Corciano, Orvieto Fabro etc dicono ok a Chiusi”. Più che rispetto all’articolo di Primapagina la precisazione sembra rivolta a La Nazione che ha ttolato oggi “L’umbria sta con Chiusi”. Deduciamo che solo una parte del Pd umbro sta con Chiusi.Il resto è “aperto ad ogni fattibilità”.Soprattutto all’ipotesi “meno costosa e meno impattante”.
Lorenzoni ha ragione quando sottolinea il fatto che per raggiungere questa fantomatica stazione si debba tener conto delle condizioni disastrose delle strade che ci accederebbero, sarebbe come costruire il ponte sullo stretto di Messina ed avere ancora la Salerno Reggiocalabria nelle condizioni attuali, piena ancora di cantieri e limiti di 60, 80 km/h Sono andato e tornato dalla Sicilia non più di 10 gg fa, ho attraversato lo stretto in pochissimo tempo ma sulla Sa/Re ho perso un sacco di tempo e speriamo di non ricevere qualche busta verde tra qualche giorno
Questa è la dichiarazione di voto, contrario, fatta dal M5S durante il Consiglio Comunale del 21-08-14 in cui era stato presentato un Ordine del Giorno a sostegno di una stazione dell’Alta Velocità a Ponticelli. Ometto una parte iniziale che credo non interesserebbe i lettori. La dichiarazione integrale può essere letta sul sito ufficiale del M5S di Città della Pieve: http://www.cittadellapieve5stelle.org/
Queste invece le considerazioni sul merito.
– – Il fatto che esista un’opportunità non vuol dire che sia giusto e nell’interesse dei cittadini tentare di coglierla ad ogni costo. Se sono disponibili dei fondi, non è sempre sensato usarli per qualunque tipo di opera pubblica. Seguendo questa linea di pensiero si potrebbe ridurre di parecchio lo spreco del denaro dei cittadini, progettando azioni di sviluppo in armonia con la vocazione del territorio.
– Mi chiedo quindi quale sarebbe il senso di una stazione “normale” a Chiusi e di una grande opera, una stazione dei Freccia Rossa a Ponticelli?
– Se si ritiene fondamentale questa stazione, e questa collocazione, perché non c’è un accordo con il Sindaco di Chiusi che invece candida Le Biffe? Il nostro Sindaco ci ha poi informato che la Regione Umbria e il Comune di Perugia sosterrebbero la proposta di Terontola, mentre in Toscana, Regione che finanzierebbe l’opera, la pressione sarebbe per Arezzo, a pochissima distanza da Firenze. Quali logiche guidano queste diverse posizioni? C’è da spendere denaro pubblico quindi, invece che cercare la soluzione migliore si fa a gara a chi tira più forte dal proprio lato? E le necessità dei cittadini?
– In tutto ciò, qual è la posizione di Trenitalia? I Freccia Rossa sono concepiti come business in concorrenza con l’aereo, non come servizio pubblico. La perdita di tempo per il rallentamento, la sosta e la ripresa della velocità dovrebbe essere giustificata da un cospicuo aumento dei flussi di passeggeri. Esisteranno poi questioni tecniche da approfondire di cui nulla sappiamo al momento. Nel frattempo, l’idea che il trasporto ferroviario sia un servizio pubblico è scomparsa: è stata diminuito il numero di treni alternativi ai Freccia Rossa sulla linea Roma-Firenze (con relativa fermata a Chiusi), ne sono stati allungati i tempi di percorrenza e aumentate le soste intermedie, con gravi difficoltà per i pendolari e per gli studenti. Ripristinare la funzionalità di tale linea, e usare vetture dignitose, sarebbe sicuramente più importante e urgente che inseguire progetti faraonici.
– Parliamo poi dell’ampliamento della Pievaiola, associato a questa proposta, perché questo si intende parlando di completamento della viabilità della zona Un progetto sui cui dettagli sappiamo poco o niente, tranne che, al momento, non sarebbe ancora stato finanziato. E’ certo invece che si sventrerebbe il territorio tra Tavernelle e Moiano, collegandosi a Chiusi con un’opera pubblica costosa. Più utile sarebbe occuparsi delle condizioni indecenti e pericolose delle strade esistenti.
– Riassumendo: la stazione è un’opera pubblica estremamente costosa, che viene “contesa” tra diverse zone in una lotta tutta (o quasi) interna al PD. E’ un’opera che non risolverebbe i problemi di gran parte dei cittadini di quest’area, problemi che non ho sentito ancora tirare in ballo. Non cambierebbe radicalmente i flussi turistici della zona, ma forse cambierebbe il valore di alcuni terreni. Si tenta poi di associarla ad una seconda opera pubblica di dubbia utilità ma di sicuro impatto ambientale, che sarebbe certamente utile…al Comune di Chiusi.
– Nel metodo e nel merito il M5S è assolutamente contrario a questo approccio ai problemi della nostra zona: grandi spese, grandi opere, nessuna analisi ma certezza di grandi affari. E ripeto: decisioni di questo tipo non possono essere prese in cinque minuti, vanno prese in una prospettiva di lungo periodo, consultando i cittadini che devono essere opportunamente informati e messi nella condizione di esprimersi su interventi strutturali importanti per il loro territorio. Purtroppo non vedo grande differenza tra questo modo di amministrare la cosa pubblica e quello della Giunta precedente. Rotonde e marciapiedi sono già stati fatti, stavolta passiamo a stazioni ferroviarie e strade.
Le notizie che ho letto in questi ultimi tempi a proposito del progetto della stazione Media Etruria mi fanno venire in mente molte domande ma anche alcuni convincimenti. Bisogna riconoscere al Sindaco di Chiusi di essere riuscito a catalizzare intorno alla sua proposta un interesse non scontato e di aver candidato Chiusi per un progetto di rilancio che non si vedeva da tempo. Non sono in grado di esprimere un giudizio consapevole sugli aspetti tecnici e ferroviari, né tantomeno se potrebbe essere riadattata la stazione esistente , Montallese o Ponticelli. Noto solo che pochi mi sembrano distinguere tra spreco di denaro pubblico e investimento. L’investimento si caratterizza perché genera guadagni superiori ai costi. E naturalmente non solo economici. E sugli investimenti pubblici (Autostrade prima, Direttissima poi) Chiusi ha prosperato a lungo. Certo sarà opportuno il coinvolgimento della popolazione ed un dibattito approfondito, ma liquidarla come bufala, mi sembra riduttivo.
L’ho definita (e la definisco) una bufala perché nessuno, al di là delle suggestioni del “salto nel futuro” ha portato dati concreti a sostegno del progetto (quanti treni fermerebbero, quanti passeggeri potrebbero utilizzare la stazione, l’impatto ambientale, il fatto che si dovrebbe costruire in sopraelevata ecc.). Nell’intervista a Primapagina pubblicata alla vigilia dell’incontro al Mascagni, Scaramelli qualcosa ha detto, nell’incontro invece ci si è limitati ai disegnini, che al momento sono del tutto fuori luogo e prematuri. E se qualcosa è emerso è solo grazie agli interventi della platea… Per ora, per gli argomenti utilizzati, appare più propaganda che altro. E in ogni caso i treni AV possono tranquillamente fermare alla stazione di Chiusi, perdendo 5 minuti in più (al massimo) di quanti ne perderebbero per fermarsi nella nuova stazione e spendendo solo un milione di euro (l’ha detto Scaramelli) e non 30… Non mi pare un dettaglio da poco. E poi Lele, la gente i questo territorio ha bisogno di treni che consentano di andare a Roma e a Firenze in un’ora come avveniva 20 anni fa. L’alta velocità è concepita per le tratte lunghe ed è cosa per pochi. Oltre che essere – si è visto con le inchieste di Firenze, Bologna e con la vicenda piemontese – uno scandalo più che una opportunità. In questo territorio abbiamo strade regionale e statali in condizioni pietose da anni, con il limite di 30 km/h perché dissestate. Parlo di quelle che servirebbero per arrivare alla nuova stazione. E, ultimissimo dettaglio, mi sa pure che non hanno considerato un piccolo particolare: che a meno di 500 metri dal luogo individuato per farla (con altri due binari in viadotto per la frenata e la fermata) c’è una galleria. Se si vuol discuterne si faccia pure, ma sulla base di elementi seri e concreti. Farlo solo con le suggestioni e i disegnini, non serve a niente e a nessuno…Nemmeno alla campagna elettorale di Scaramelli.
Siamo alle solite:si propone un opera ferroviaria da centinaia di milioni di euro per un bacino prevalentemente umbro (Perugia e dintorni) che dovrebbe raggiungere la nuova stazione in Autobus o in auto (50-80 minuti).
Nessuno propone in cpmpletamento della Perugia Chiusi saltando l’ansa di Terontola (i cortonesi -aretini si metterebbero di traverso ).Mi meraviglio del bravo consigliere umbro Mariotti,gia’ Segretario Regionale CGIL.
I 5 Stelle, parlano sempre di cose che conoscono,forse, solo per averne letto i titoli sui giornali ,avendone sicuramente discusso in 7-8 davanti ad una pizza estiva.
I chiusini ,per non smentire il campanile toscano fanno una proposta tecnica di fermata alta velocita’ a ridosso di una galleria che vedra’ gli ingegneri della Societa’ Ferroviaria e del Ministero,leggendola,con i capelli dritti,invece di andare ad una proposta logica di utilizzare l’area esistente della fermata di Ponticelli.
Al peggio……………..ed al ridicolo………
“Al peggio……………..ed al ridicolo………” anche lei, signor Genga, ha voluto dare il suo contributo.
Centinaia di milioni di euro per una stazione in linea? E poi sarebbero i grillini che non conoscono le cose?
I chiusini quali? Quelli del suo partito, forse.
La proposta logica sarebbe quella di Ponticelli?
Visto che non sa quanto costa, almeno ha idea di cosa sia una stazione, a cosa serve e chi la dovrebbe pagare?
La staziione alta velocita’ di Parma, costruita esattamente sulla linea senza svincoli, come quella prevista per Chiusi E’costata oltre 300 milioni di euro, tra costi diretti ed indiretti.Un ospedalino, come quello di Villastrada,70-80 posti letto, costerebbe cica 40-45 milono di euro;ed e’il motivo perche’e’stato abbandonato bombardando lo sviluppo socio sanitario, questo si’ del Trasimeno.
Purtroppo tutti parlano come fossimo al bar.Questo e’il mio partito.
Proprio questa è la sensazione…
X Marco. Bene,condivido Marco quello che hai detto: ”come fossimo al bar”. Hai toccato forse la conclusione con le parole.Ma invito tutti a non fermarsi qui ed a riflettere per cercare di vedere quello che c’è dietro tale condizione.Scoperto e resisi conto di questo, la conclusione viene da se, è automatica, senza tanti contorcimenti, lazzi e frizzi…questa è la ” modernità” loro….che viaggia in accoppiata col dissenso interno che ce lo fanno apparire tanto sconvolgente ma che nei fatti accetta tutto pur di rimanere insieme.Si chiama con un nome la cui abbreviazione è stranamente assonante e giusta: partito democristiano.Ma è la diretta conseguenza di come è la gente.Quindi i conti tornano.
“Come fossimo al bar”, l’ha detto Mario, non io.. Ho risposto che ho la stessa sensazione. Ma non credo che il problema sia tutto in quella sigla PD e nel modio di essere di quel partito, perché in tal caso il problema sarebbe bell’e risolto: il Pd non esiste più. In quella che era la sua roccaforte più+ robusta ha perso la metà dei suoi voti gli iscritti si sono volatilizzati, in Parlamento è sempre diviso… Il problema non è solo il Pd, Carlo. Il problema, secondo me, è che la stragrande maggioranza della gente non ragiona, non si interroga, non si informa, ma parla per slogan e per suggestioni… Non solo quella del Pd…
X Marco. Guarda che alla fine diciamo in modo diverso ed anche forse con pesi diversi, le stesse cose. Che il Pd non esista più forse è la realtà, ma al suo posto esiste quello che hai detto tu e cioè una trasversalità che trapassa la gente da parte a parte e che non si cura del modo di come questa venga informata o sia informata perchè tanto le istanze che sono dietro alla politica così condotta passano tutte, si affermano e si concretizzano. Il risultato qual’è? E’ che la gente è espressione pari pari di quello che si sente e che vediamo in televisione. Per fare affermare tale stato di cose è stata scelta la via meno dolorosa, abbastanza immediata e che dia risultati precisi ed apprezzabili secondo la strategia di chi sta dietro alle quinte e queste sono sempre le stesse forze. Solo che sono penetrate dentro il ”modus ragionandi” di singole persone e dirigenti e da lì calati automaticamente verso il basso, complice anche la crisi che ha dato una sua forte mano.Le classi subalterne poste sull’orlo dell’abisso hanno accettato in cuor loro detta logica poichè l’informativa arrivata ai loro orecchi e cervelli è stata quella di un certo colore: e cioè quella che si doveva rottamare il vecchio, perchè erano i paletti che il vecchio aveva fissato che non consentivano lo sviluppo. A codesta logica hanno aderito anche coloro che da sempre si erano opposti, tant’evvero che oggi quel partito governa insieme alla destra con i voti che una volta erano della sinistra. O no ? Allora è passato o no dentro la società un bel batuffolo intriso di etere e gli è stato fatto vedere quello che interessava che vedessero ? Non e chiaramente solo una la causa di tutto questo, ma il PD, la sua creazione e la sua politica ne è stata la componente più accattivante per veicolare tali messaggi, per osannare la figura di Renzi, per far vedere che ”finalmente c’era uno con le palle”. ma se questa è l’Italia e se si è formata in modo tale da accettare a milioni tale cultura, la responsabilità non sta certamente da una parte sola, sta anche da parte di coloro che beninteso davano il voto a sinistra e che oggi senza curarsene lo danno per una politica di centro destra..Questa parte che stà dietro tutto questo fa i propri interessi, l’altra parte che dovrebbe opporvisi ha dato il suo ”si” al fatto che venga usata la sinistra per far passare le riforme più inique a favore della destra e dell’apparato.Chi sta nel mezzo, oggi si propone rivoluzionario ma in realtà frena ciò che sarebbe utile ci fosse, e cioè una rivoluzione vera sulle cose, sulle strutture, sulle regole. Tali regole per adesso sono state tutte rinforzate affinchè sulle classi non abbienti -di cui pochi ormai non parlano più-gravi il maggior peso delle regole che stravolgono i diritti strappati in anni di lotte.Nessuno vuol conquistare il Palazzo d’Inverno ma alla fine come vedi tale necessità alla fine si può anche intravedere se si pensa che sia vero il fatto che alla incombente ed avanzante miseria non ci sia tregua.Non serve la rivoluzione di piazza, servirebbe invece un partito con una teoria che rifugga totalmente da questo tipo di società consumistica, illegale, mafiosa e veicolatrice di precisi valori basati sul denaro. dico questo non per essere aderente a ciò che Papa Francesco dice quasi tutti i giorni ma spesso anche a senso alternato, perchè interessa anche alla Chiesa dare messaggi che poi alla fine non trovino riscontro vero nella societa e concretizzazione.E’ utile invocare alla luna quando poi si crea una immagine di volontà di cambiare l’esistente ma che poi si ribasisce che i paletti calati nella società vengano usati per tenere dentro i confini delle regole di vita che oggi veramente appaiono superate.Quello che a loro a serve è la creazione del consenso fatta come vada fatta, la realtà poi è un altra cosa.In questo viatico un partito come quello attorno al quale si stà discutendo basta ed avanza alla gente. In quel modo pensano l’80 percento degli italiani.
E sono poi quei conti che tornano di cui dicevo nell’altro trafiletto di prima.quindi con tutte le differenze, non mi si venga a dire che il PD non esiste più, il PD non esiste nella carta, non esiste nell’elettorato, non esiste nelle iscrizioni, esiste nelle persone che culturalmente esprimono tale concezione.E non questa la Democrazia Cristiana ? Non c’è mica nulla di male a dire così? E’ un partito a cui hanno aderito milioni di persone per bene che si sono fatte infinocchiare da quel regime socio-economico e morale che è il capitalismo a cui tutti siamo sottoposti poichè non viviamo sulla Luna, ma anche e se permetti con delle differenze, che non sono solo forma.Ed i capi del PD da buone menti lo sanno bene tutto questo. ecco la metamorfosi valoriale che è passata in questi anni e che ha fatto sì che tutto fosse andato verso il peggio. e poteva essere diversamente da così.Ricordo sempre condivisiblissimo articolo di Alberto Signorini sul tuo giornale in cui si diceva:”gli antenati del PD erano nati per cambiare il capitalismo, i seguaci di ieri hanno pensato di poterlo regolare, quelli di oggi l’hanno abbracciato e ne sono diventati il principale veicolo di diffusione”.Pensa chi sia chi goda…..meglio di così si muore. Ed infatti…..