RADICOFANI, UN ECOMOSTRICIATTOLO AI PIEDI DELLA ROCCA DI GHINO
RADICOFANI – Quella rocca, con la sua torre, che domina la Valdorcia si vede da decine di chilometri. E’ il punto più alto tra il Monte Cetona e il Monte Amiata. E’ stata per secoli fortezza strategica per il controllo della via Francigena, una delle “autostrade” dell’antichità e del Medio evo… Usata da Papa Adriano IV per fermare l’avanzata di Federico Barbarossa, fu poi il “fortino” di Ghino di Tacco che da lassù taglieggiava chiunque passasse sulla Cassia, infine avamposto della Repubblica di Siena, assediata dai lanzichenecchi di Carlo V… Insomma uno dei luoghi simbolo, tra i più suggestivi ed evocativi della celebratissima Valdorcia, Patrimonio dell’Umanità, secondo l’Unesco.
Di “ferite” nei secoli ne ha subite parecchie la Rocca di Radicofani, ma è sempre rimasta in piedi, sentinella vigile e fiera su un paesaggio che molti hanno definito addirittura “commovente”…
Di recente però di fronte alla rocca, a pochi metri dal bastione e dalla base torre è spuntata una “superfetazione” che deturpa e ferisce l’occhio del visitatore, più delle “brecce” aperte dalle catapulte. Si tratta di un “casotto” in muratura, di colore chiaro che ospita un “braciere” per servire salsicce, galletti e carne alla brace. Come se non bastasse, il casotto è pure dotato di distributore automatico di birra e coca cola e circondato da ammennicoli vari di servizio: secchi, stracci, scatoloni, scope.
Già c’era di fronte alla rocca, qualche metro più indietro, la doppia “baita” che ospita un bar panoramico. Ma quella almeno è di legno e di colore scuro. E comunque , un minimo di servizio di ristoro a chi arriva lassù lo devi dare. Il casotto-grill non è, tra l’altro, mitigato o nascosto alla vista. E’ al contrario, la prima cosa che si vede accedendo al piazzale dalla scaletta segnalata come ingresso.
Lo “scempio” è piccolo. Ma è sempre uno scempio. E ben visibile. Viene da chiedersi chi abbia autorizzato quella costruzione. Naturalmente per costruire quel casotto in muratura sarà stata necessaria una concessione edilizia. E la Soprintendenza, attentissima – come è giusto che sia – ai comignoli e alle finestre dei poderi, come può aver consentito una “innesto” del genere in un contesto così delicato e magico come la Rocca di Radicofani? Anche il Comune dovrà spiegare la faccenda. Lo stesso servizio poteva essere garantito, crediamo, con interventi meno impattanti.
Visto che migliaia di persone si sono giustamente preoccupate per la rottura di un ramo della storica Quercia delle Checche, così come successe per le famigerate “villette” di Monticchiello, sempre in Valdorcia, ciò vuol dire che in Valdorcia l’attenzione al paesaggio e alle sue singolarità è decisamente alta. E’ plausibile pensare si parlerà anche dell’ecomostriciattolo ai piedi della Rocca di Ghino.
M.L.
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.Molte volte mi sono domandato da dove venga tale tipo di cultura, o se si vuole di sottocultura. Si, parlo proprio delle classi dirigenti della politica e le spiegazione non sono molte, ma è una: la derivazione diretta da una cultura legata alla terra, una cultura contadina(ma non ci sarebbe da dirne male anzi )però fornita anche di quei risvolti tipici per i quali senza tanti ”fronzoli” si erige una struttura che ha una utilità diretta a ciò che si vuol fare, appunto in tal caso le salsicce e non curandosi di cosa si produca con quella costruzione, del suo significato, di ciò che sia la natura di una destinazione e quindi andando direttamente allo scopo finale.Poi si critica gli scempi della calabria e della campania credendosi abitanti della civilissima Toscana……Sgorbi architettonici che impattano con il contenuto e con la forma ed anche con il rispetto degli altri e quindi assumendo per se il fatto concreto di ciò che si possa produrre, senza rendersi conto di nulla, senza considerare la storia, le tradizioni,e vi è anche l’oscuramento di queste che viene prodotto nell’erigere tali sgorbi accanto ad una costruzione che ha segnato il passo della storia. Un casotto per cuocere salsicce.Credo che talvolta sia proprio la mente dell’uomo atta a non perorare altre diversità che le salsicce….ed i suoi prodotti questi sono…..In qualunque nazione europea tali cose non sarebbero possibili.in italia dove tutto diventa possibile se non espressamente vietato i risultati non si fanno attendere, così come in piccolo ma anche in grande…..
Caro Sacco, può darsi che non ho capito bene il tuo ragionamento, ma sento di doverti consigliare una più attenta riflessione.
Non vedo nessuna attinenza tra “la sottocultura delle classi dirigenti” attuali e la cultura contadina (le salsicce?). Qui siamo di fronte ad un manufatto che indipendentemente dall’uso non dovrebbe trovarsi lì, e viene spontaneo chiedere chi lo ha potuto autorizzare! Durante il tour al Sud di alcuni giorni indietro, il Presidente del Consiglio ha annunciato che con il decreto sblocca-Italia scatteranno misure sostitutive ai pareri delle Soprintendenze : che significherà? In questo caso (Radicofani) si è applicato il decreto sblocca-Italia? L’argomento è troppo importante per passare attraverso un decreto. I beni culturali e paesaggistici del nostro Paese sono un’eredità troppo importante anche per l’economia nazionale, se le Soprintendenze non funzionano (e non funzionano) gli cambino verso, ma qualcuno che soprintende occorre.
Sono del parere che i contadini ignoranti del passato certe brutture non l’avrebbero realizzate, basti vedere l’armonia dei corpi aggiunti ai casali nelle nostre campagne.
Luana. mi sembra che tu ti sia data la risposta da te.Ti chiedi cosa c’entri la sottocultura delle classi dirigenti attuali con le salsicce ? La risposta è nella costruzione attuale e nella sua esistenza in quel luogo.Altro non saprei dire.Una nimmagine che parla.Se si pensa che la Soptrintendenza ai beni archeologici e culturali non abbia funzionato nel caso esposto oppure abbia funzionato male, dato l’obrobrio del quale non ci vuole un maestro per dire che impatta con l’ambiente perchè tutti lo vedono e solo gli orbi non lo sanno riconoscere, figurati cosa possa prevedere il decreto sblocca italia che libera i paletti considerati fronzoli inutili, non solo per l’amministrazione del territorio ma anche per i controlli ai quali vanno sottoposte le istanze di interventi su di esso, e c’è anche il resto che riguarda la velocità di interventi non tenendo conto di elementi sostanziali. Tanto per spiegarsi meglio-visto che probabilmente ho dato una idea inesatta di ciò che volevo dire- sul confronto sottocultura delle classi dirigenti-salsicce di cui tu non ci trovi il nesso- intendevo dire e nello stesso tempo chiederti che tale progetto di costruzione secondo te sarà stato presentato ed approvato e ci sarà stato chi ha dato il benestare alla realizzazione oppure no ? Ecco, secondo me, coloro o gli organismi preposti che hanno dato il là ad una realizzazione del genere in quel punto, hanno o non hanno la professionalità del ruolo che ricoprono o per loro una costruzione posta in tale punto e che serve a cuocere salsicce non impatta con il paesaggio? La cultura contadina alla quale per tanti aspetti ci dobbiamo inchinare e fare tanto di cappello per la funzione sociale che ha avuto in passato, che comprende molte di quelle persone che oggi fanno parte della pubblica amministrazione soprattutto nella nostra Provincia , trovo che spesso oggi sia posta di fronte a dilemmi dei quali le classi dirigenti siano portate a risolverli non curando certi aspetti che sono importanti, perchè come dice un vecchio detto la forma è anche sostanza.Perchè in certi casi si distruggono gli alberi perchè sono ritenuti di ostacolo alle colture,facendo franare il territorio e provocando il dissesto. Se poi sopra ci mettiamo anche i piccoli scempi come questo di cui si parla, ecco che si vede che chi programma il futuro(classe politica) non abbia minimamente cognizione di ciò che debba essere fatto e non da importanza al fatto sia estetico che è anche ”sostanza” come ripeto.Alla fine degli anni ’60 sotto la Loggia dei Lanzi a Firenze(mi ci trovai io ad osservare la scena) c’erano turisti tedeschi che col fornello bunsen cuocevano le salsicce -tanto per restare in tema di commestibili-ma furono portati via dai vigili e se la passarono male.Con questo voglio dire che la cultura contadina, diversa da quella della classe politica espressa da un mondo operaio, ha permesso talvolta arrivata nella stanza dei bottoni anche tali realizzazioni.Il fatto che c’è stato a Monticchiello non ti dice nulla ? La base sociale di quelle persone che hanno deciso quello che è ormai quel fatto passato, cosa pensi che sia ? A Napoli dicono spesso che ” o’ pesce feta da a’ capa” ed il che è tutto dire. Io non la salvo per nulla tale classe dirigente oggi più che mai. Credo che difficilmente tale realizzazione potrebbe essere stata fatta in luoghi come Lombardia, Emilia Romagna o Liguria .Se tu ti senti di salvarla tale classe dirigente, per carità, liberissima di farlo, ma non mi dire che -anche se il problema evocato precipuamente a tale casotto è un problema piccolo e che beninteso ce ne ne siano ben altri più grandi- che anche questo non sia il segno per il quale occorra chiedersi da chi siamo governati: dal popolo delle salsicce che ha espresso tale classe dirigente.Oggi molto più di ieri, perchè non va più di moda l’essere critici ed affrontare i problemi con la razionalità che tu dici che avevano i contadini una volta e che difficilmente facevano delle brutture anche se disponevano di pochi mezzi. oggi Luana va di moda il silenzio assenso e l’accettazione di tutto perchè la base è l’ignoranza e sull’ignoranza della gente prosperano anche tali piccoli scempi che vengono fatti senza curarsi di altro perchè ritengono di andare direttamente allo scopo a cui certi interventi sono destinati, e trovo che tale cultura sia una cultura -ti dirò anche di più- a base reazionaria perchè permette alla gente di pensare che ”finalmente sia arrivato il dottore”, priva la gente di confronto e gli sta togliendo quelle conquiste raggiunte in anni ed anni di lotte, facendogli intravedere che gli ostacoli siano quelli dei vincoli.Ricordi quando i ”padroni delle ferriere” o di grandi estensioni di territori decidevano direttamente gli interventi in combutta con la politica ? Oggi ci stiamo ritornando a grandi passi perchè è passata l’idea che i vincoli impediscano le realizzazioni e perciò anche il lavoro che ne possa derivare.Si stà velocemente formando una base reattiva allo Stato che viene minato nei suoi presupposti pubblici e di pubblico interesse.Io questa classe politica attuale non mi sento di assolverla perchè è tutta protesa ad emettere fumo e in tale emissione coinvolge anche i rimasugli della sedicente sinistra che per proteggere le poltrone si adegua ob torto collo, ma si adegua perchè è uguale pari pari a quella della quale diceva un anno fa che occoreva cambiarla, ed adesso ci governa insieme.I conti non possono tornare Luana ed infatti non tornano.Ma stai sicura che purtroppo la gente muore di fame credendo di avere il coro pieno, ed anzi spesso ringrazia anche sotton le benedizioni di chi è bene anche dirlo.L’abbiamo già rivisto nel nostro passato tale periodo.Vedi dal casotto delle salsicce dove siamo andati a parare?
Francamente Carlo io non ci vedo tutte queste implicazioni, né mi sembra il caso di fare troppe congetture scomodando la cultura contadina o cose del genere. Qui siamo semplicemente in presenza di un intervento edilizio discutibile, del tutto fuori luogo rispetto al paesaggio, al contesto architettonico preesistente. Tanto più discutibile visto che si tratta di luogo altamente “evocativo” e nel cuore di un territorio catalogato come “Patrimonio Mondiale dell’Umanità” dall’Unesco. Non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo. Ma certo è un intervento che se anche fosse regolare e autorizzato, grida ugualmente vendetta…Tutto il resto è relativo.Punto.
mi piacerebbe sapere cosa ne pensano le migliaia di “indignados” per il ramo spezzato della Quercia delle Checche, per le villette di Monticchiello del 2008… E mi piacerebbe sapere che ne pensa pure Ghino di Tacco (quello vero)…
Io mi permetto.di rispondere e molto brevemente , senza tante polemiche , all’articolo in qiestione poiche’abito a Radicofani. Mi stupisce tutta questa indigniazione poiche’si e’verissimo chw tale struttura posta ai piedi di mura come quelle della rocca di radicofani di certo stona con il contorno….ma tale struttura esiste da oltre dodici anni!!!! L’avete vista ora??? E preciso che non e’mai stata celata da alberi siepi o altro… al momento della sua costruzione l’ ecomostriciattolo era una biglietteria negozio di souvenir, e per quanto possiate non crederci fu costruita regolarmente,la struttura faceva parte dei lavori per l’apertura della forrezza al pubblico. Quindi cortesemente….non vi dico di non indignarvi…ma poiche’ l’attuale gestore non puo’ raderla al suolo ,non gli attribuite colpe che non ha….voi l’avete vista dopo oltre DIDICI ANNI…ai sono succesute molte gestioni e molte amministrazioni da allora…almeno.informarsi.e attribuire le colpe achi di dovere non sarebbe male.
L’articolo non attribuisce colpe a nessuno. Dice solo che quella struttura in muratura, attualmente adibita a “grill” per la cottura di salsicce e galletti alla brace, a pochi metri dalle mura della Rocca, è un intervento edilizio discutibile. Se qualcuno ha autorizzato l’intervento ha fatto un errore che “ferisce” il contesto paesaggistico e il complesso monumentale della Rocca stessa. O questo non si può dire? Sarebbe stato discutibile anche come “biglietteria”, come Grill lo è ancora di più, senza per questo gettare la croce addosso al gestore. Il problema non è chi lo utilizza, ma – ripetiamo – chi ha autorizzato un intervento del genere. Non a caso l’articolo chiede “spiegazioni” non al gestore, ma al Comune di Radicofani e alla Soprintendenza ai monumenti. Il fatto che il “casotto” sia lì da anni (lo abbiamo segnalato quando lo abbiano visto e notato) è solo un’aggravante, non certo un’attenuante.
Vedo che debbo ripetermi e questa volta non la farò lunga come il precedente intervento, per la cui lunghezza al solito chiedo scusa.Intendevo chiedermi per chiarirci definitivamente che tipo di metro -anche e benissimo, certamente culturale delle classi che hanno diretto la politica fino a ieri e che hanno lasciato una impronta anche a quelle odierne.Il raffronto con altri tipi di culture è anche d’obbligo mi sembra quando chiamo in causa il Nord o Centro Nord. Se mi si dice che è lì da 12 anni e nessuno ha mosso un dito per questo vuol dire che non è sembrato a coloro di dovere che ne valesse la pena. Sarò provocatorio ma per tutto c’è un tempo ed appunto questo è il tempo delle salsicce.E la natura della classe politica nulla c’entra ? Oppure è la responsabilità di uno che si è alzato al mattina ed abbia deciso così ? Se così fosse sapete quanti scempi ci sarebbero in giro ? Ma se è stato permesso è stato permesso perchè di fronte ad un fatto del genere si è preferito probabilmente chiudere gli occhi e voltarsi dall’altra parte.Come succede in parecchi posti. Normali autorizzazioni, pareri favorevoli e via si costruisce.Poi anni dopo un turista passa da li e scatta una foto e si attivano le polemiche.Volete qualche foto di quello che è successo a Chiusi nei periodi del cosiddetto tanto osannato sviluppo ed il confronto con le immagini del territorio che pre-esisteva? Ve ne posso fornire fino alla stanchezza.Salvo poi alla fine convenire sul fatto che lo scempio c’è stato e continua.Vogliamo vedere le condizioni dei comuni circonvicini ? Credo che pochi non ammettano lo scempio effettuato, il territorio pienato da colate di cemento sparse, molte abitazioni nuove disabitate che non hanno servito e che non servono a nessuno, ma forse a qualcuno sì. Quello di Radicofani è un piccolo problema certamente, ma è anch’esso indicativo di quanto mi son sentito di dire.e chè non si può dire quando si nota ?
Una “cosuccia” del genere, certamente piccola, ma decisamente impattante e talmente fuori luogo da mettere in luce la dabbenaggine, l’incultura, l’approssimazione, lo scarso rispetto per la storia e per l’ambiente di chi ha governato e governa quel territorio, ti fa domandare se sia meritato il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità. Oppure, se quel riconoscimento significhi qualcosa in concreto… Se si consentono “cose del genere”, evidentemente no.
Invito tutti (a parte Antonangela, ché mi pare sia stata lei a spiegarmelo) ad informarsi più approfonditamente sulla querelle infinita riguardante la gestione della Rocca, che ancora non so se e quando si risolverà. Non è solo la questione del casotto-ecomostriciattolo.
Caro sig. Francesco, non sappiamo se c’è una querelle infinita sulla gestione della Rocca di Radicofani. Qui, è stato solo sollevato il problema della presenza di un “casotto” in muratura a pochi metri dalle mura e dalla torre della rocca stessa. Secondo noi quella “presenza” è impattante e fuori contesto. Se poi è lì da anni tanto peggio. Ciò – ripetiamo – è se mai un’aggravante, non una attenuante. Se qualcuno, magari tra coloro che hanno autorizzato il casotto (che al momento ospita un grill per le salsicce alla brace) volesse fornire qualche spiegazione in merito gliene saremmo grati. E gradiremmo che si rispondesse e intervenisse nel merito anche nei commenti. Così potremmo tutti capire se è normale e regolare che quel “casotto” sia lì dove si trova e se al Comune e alla Soprintendenza va bene così…
la cosa curiosa è Che in val d’Orcia i vincoli sono ferrei e più di un autorità si preoccupa di monitorare la presenza di casotti in muratura adibiliti alla funzione di grill per galletti e salsicce a pochi metri da una rocca storica in posizione unica ed eccezionale. Immagino la reazione che ci sarebbe stata se il gestore fosse stato un arabo che arrostiva kebab sempre nello stesso casotto, ovviamente. La salsiccia invece si.
Caro Alessandro, anche il significato di ciò che dici è una delle tante componenti di ciò che io ho chiamato ”cultura contadina-salsicce” cercando nel mio modo prolisso di essere il meno contorto possibile per far intendere ciò che volevo esprimere e che secondo me appertiene marcatamente a quella classe politica. Anche il fatto che dici tu mette in evidenza la reattività della gente che a tutto sembra che pensi tranne alla universalità della cultura ed all’osservazione di un territorio che dovrebbe essere scevro da tali iniziative.Anzi, quasi si risentono perchè sembra forse che si ficchi il naso in casa loro:
Infatti fra le parole pronunciate si è detto anche ”che il gestore non può raderla al suolo”.Il gestore non può raderla al suolo perchè non è cosa propria chiaramente,vorrei vedere…e lui nulla c’entra, è solo il gestore,Ma la dabbenaggine e la noncuranza dell’osservazione di certi principi oggi universali hanno portato a produrre questo.C’è necessità di fare una grigliata dove si raduni un po’ di gente ? Un posto come quello va più che bene…..Ho fatto una battuta, ma in effetti se si vede bene, si arriva a questo.
Certo. Ma qui non si tratta di una struttura “mobile” per fare una grigliata una tantum… E’ una costruzione in muratura, di colore rosa posta davanti alle mura di una rocca millenaria…In questo momento serve per fare grigliate tutte le sere, ma se servisse come biglietteria, per un meno prosaico e più “culturale” bookshop, oppure come punto di osservazione degli uccelli o come vespasiano sarebbe ugualmente un pugno nell’occhio… Il problema non è l’uso che se ne fa, ma la tipologia della costruzione, il colore e la sua ubicazione. E il fatto che una cosa del genere sia stata consentita e autorizzata in un territorio supervincolato e considerato Patrimonio Mondiale dell’Umanità…
in ogni caso io ci sono andato da turista … il casotto è proprio brutto inadeguato messo nel mezzo del piazzale inutile ( c’è già il ristorante bar con terrazza) e mal tenuto …. scope secchi spazzole e stracci lo arredano all’esterno e quando ci sono stato anche con altri turisti commentavamo perplessi.