BRESCIA, RIFIUTI TOSSICI SOTTO L’AUTOSTRADA. IL CASO SOMIGLIA ALLA CONTAMINAZIONE DA NICHEL A CHIUSI.LA DIFFERENZA E’ CHE A CHIUSI NESSUNO SI MUOVE
BRESCIA- L’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Lombardia, sezione di Brescia ha scoperto scorie di cromo esavalente nei terreni su cui corre l’autostrada A4 (Torino-Trisnte) in territorio del comune di Castegnato, nel bresciano . In particolare la terza corsia autostradale sarebbe stata realizzata sopra scorie industriali altamente tossiche. “Abbiamo fatto questa intervento sull’attraversamento della Tav, trovando cromo nei terreni analizzati” ha confermato la direttrice dell’Arpa di Brescia Maria Luisa Pastore, segnalando che “le concentrazioni di cromo sono 1.400 volte oltre i limiti di legge”. Secondo il sindaco di Castegnato Giuseppe Orizio, il cromo avrebbe inquinato solo la falda superficiale e non quelle che da cui attinge il paese: «L’acqua che bevono gli abitanti di Castegnato è sicura – sottolinea il primo cittadino- e non presenta tracce di cromo, nonostante il nostro territorio per anni sia stato abusato di discariche illegittime».
Questa notizia è stata data oggi dall’Ansa e da tutti i Tg nazionali. Non è la prima volta che si scopre una situazione del genere in provincia di Brescia. E anche nel resto d’Italia di casi analoghi ne sono emersi a decine. La stessa cosa (interramento illegale di rifiuti tossici di origine industriale nelle massicciate stradali) fu rilevata qualche anno fa anche durante i lavori di raddoppio della Siena-Bettolle.
Segnaliamo il caso di Categnato perché presenta molte analogie con la vicenda della contaminazione da nichel della falda acquifera a sud di Chiusi, di cui Primapagina parla da 3 mesi. Contaminazione certificata dall’Arpat Toscana in seguito ad alcuni controlli effettuati sul depuratore di Bioecologia, nella zona industriale di Chiusi Scalo. Anche a Chiusi come a Castegnato, l’inquinamento non riguarda fonti di approvvigionamento idropotabile, ma – pare – solo la falda superficiale. In entrambi i casi si tratta di contaminazione da metalli pesanti, pericolosi. Probabilmente di origine industriale. La differenza tra i due casi è che a Castegnato la causa dell’inquinamento sembra essere l’interramento illegale di rifiuti nella massicciata dell’autostrada (cosa piuttosto frequente e raccontata anche da alcuni noti esponenti delle organizzazioni criminali che lucrano su questo tipo di business), a Chiusi invece la causa della contaminazione da nichel è tutta da scoprire. Potrebbe essere dovuta al depuratore su cui sono stati fatti i controlli che l’hanno rilevata, oppure ad altre aziende che usano materiali contenenti nichel, oppure alla conformazione geologica del terreno. Qualcuno ha tirato in ballo perfino le bombe della seconda guerra mondiale che nella zona furono sganciate a centinaia… L’ipotesi interramento abusivo di rifiuti tossici è una delle possibilità, visto ciò che è successo e succede in tutta Italia, ma resta solo un’ipotesi che finora non ha trovato riscontri.
Altra differenza è che a Castegnato, il sindaco ha presentato denuncia alla magistratura. A Chiusi no. In entrambi i casi le amministrazioni locali possono considerarsi e sono, in quanto rappresentanti dei cittadini residenti, “parte lesa” . In presenza di una notizia di reato (l’inquinamento di una porzione di territorio e delle falde acquifere è reato, indipendentemente dalle dimensioni e dalla qualità dell’inquinamento) è giusto e doveroso che un sindaco si rivolga al magistrato, per capire cosa è successo, stabilire eventuali responsabilità, tutelare la salute dei propri cittadini. Se non lo fa, da parte lesa diventa corresponsabile, connivente di chi ha “avvelenato i pozzi”. Se non lo fa può essere accusato di omissione in atti d’ufficio, che in questo caso specifico, trattandosi di inquinamento e di salute, somiglia all’omissione di soccorso in caso di incidente.
Noi, da mesi chiediamo, su queste colonne, di fare chiarezza sulla contaminazione da nichel della falda a valle di Chiusi Scalo. Il Consiglio Comunale di Chiusi, a fine novembre, ha certificato l’esistenza del problema, ma non ci risulta che abbia avviato azioni per risalire alla cause della contaminazione e alle responsabilità. Oggi, segnaliamo il caso di Brescia (anzi di Castegnato, in provincia di Brescia), per sollecitare Stefano Scaramelli e la sua giunta, ma anche i sindaci di Città della Pieve e Cetona a fare almeno come il sindaco di Castegnato: prendere i dati che Arpat ha fornito dal 2008 ad oggi e portarli al magistrato.
Che aspettano Scaramelli e i suoi colleghi, che i cittadini vadano a manifestare sotto le finestre del Comune, come aveva minacciato di fare lui quando alle Coste, nel comune di Castiglione del Lago volevano realizzare un impianto a biogas?
A proposito de Le Coste: dopo il ritrovamento nei giorni scorsi da parte della Forestale di un deposito abusivo di liquami avicoli e il sequestro dell’area, proprio nei pressi della zona in cui avrebbe dovuto sorgere quell’impianto a biogas, l’azienda agricola omonima ha subito tenuto a rimarcare la propria estraneità al fatto (vedasi articoli su questo sito del 19 e 20 dicembre). Ecco, sulla questione della contaminazione da nichel a valle di Chiusi Scalo, in tre mesi, nessuno che abbia sentito il bisogno di dire, almeno, “noi non c’entriamo”. Strano.
La vicenda, dell’inquinamento da nichel a Chiusi, è diventata di dominio pubblico grazie a primapagina. La notizia risale ormai ad alcuni mesi fa. Nulla sembra turbare nè i cittadini nè i nostri amministratori. Se ne è parlato anche in consiglio comunale, grazie a un’interrogazione de La Primavera, ma ancora nulla.
Visto che nessuna delle autorità preposte a far fronte a questi problemi sembra voler intervenire, non resta che rivolgersi alla magistratura. Possono farlo benissimo anche un gruppo di cittadini volenterosi.
Piccolo particolare: l’inquinamento a Chiusi è certificato dall’Arpat da oltre cinque anni! Non è quindi questione di questi giorni come quella scoperta a Brescia. Eppure nel comune bresciano il primo cittadino si è subito rivolto alla magistratura.
Ma qui non siamo nelle valli bresciane, qui siamo nella civilissima Toscana. Vogliamo mettere?
Ho lavorato in un cantiere autostradale della Bre.be.mi dove alcuni anni fa ci fu un fermo lavori per l’utilizzo di scorie di acciaieria per la costruzione dei rilevati stradali. Ricordate lo scandalo “Locatelli”? Anche lì il problema fu il presunto inquinamento da cloro esavalente. Non so se le scorie sono ancora li. Attualmente opero in un cantiere a Brescia notoriamente inquinata da PCB. C’è una mappatura dei siti inquinati.Basti pensare che numerosi giardini o parchi non sono agibili e ai bambini è vietato giocare sull’erba. Oltre al PCB ci sono intere zone agricole dove scavando emergono rifiuti di ogni genere. Lo smaltimento dei medesimi spesso avviene con tutti i crismi di legge perché previsti nei soldi stanziati per la costruzione di opere pubbliche. E’ comunque un businnes per chi detiene discariche autorizzate o per mediatori che effettuano il trasporto. Nessun Comune o privato potrebbe sopportare autonomamente una spesa del genere per “disinquinare” porzioni di territorio. Resta la possibilità di tenere alta la vigilanza (ricorrendo anche alla magistratura) e tenere sotto controllo il territorio…ma non facciamoci illusioni perché con l’inquinamento dobbiamo abituarci a convivere….
Ci stiamo già convivendo… ma questo non vuol dire che si debba accettare come fatto ineluttabile perchè non è un fatto ineluttabile. E le cause e le responsabilità vanno accertate comunque. Cercate quantomeno…
Purtroppo quella di cui partla Mercanti è una triste realtà: ”Con l’inquinamento siamo destinati a convivere”ed è vero.Ma tutto questo dovrebbe spronare i cittadini a spingere la politica ad intervenire,ma siccome tale politica ragiona solo ed esclusivamente tenendo presente i costi e la parità dei bilanci, che come si vede è una necessità da parte degli amministratori superiore di gran lunga alla salute degli amministrati, ogni motivo che vada contro tale procedura economica è da scartare aprioristicamente:
in pratica nemmeno se ne parla e se qualcuno ne parla,
nulla ne consegue.Le eccezioni a questo sono poche.Salvo poi avere cittadini che si ammalano e muoiono di cancro dopo qualche anno.I nostri politici, tutti e nessuno escluso, non vogliono sentire nulla che vada nella direzione di obbligare il disinquinamento e/o la ricerca della salute delle persone, per cui risultano sordi e le opposizioni fanno orecchie da mercante, intervengono solo sporadicamente per far vedere che rilevano il problema, ma che poi nulla si fa e nulla ne consegue.Da notare che le leggi ci sono,le regole ci sono, la Magistratura c’è, la possibilità di ricercare le responsabilità c’è:quella che manca è la volontà politica invocata da tutte le parti,ma quanto ad applicarla lasciamo perdere….Allora, se tutta questa intelaiatura di struttura che chiamerei ”democratica” e che per costruirla ci sono voluti anni di lotte,di tracciamento di direzioni che giustificassero e difendessero la salute dei cittadini,oggi vengono disattese,non dovrebbe tutto questo suscitare l’idea che il ”modello di sviluppo” tanto osannato da chi ci guida sia marcio e non produca sviluppo ma sottosviluppo e spesso anche malattia mortale ? Perchè non fa pensare tutto questo e si continua nella direzione della precarietà, disinteressandosi, rimandando, stando alla finestra a guardare? Io credo che si sia complici anche solo facendo questo, o no? La storia è purtroppo piena di questi casi e vi sono da sempre state menti pensanti che hanno inquadrato i problemi come lo è questo, come lo è quello della miseria oggi in crescita esponenziale, come lo è quello della fruizione di beni e servizi della collettività,ed inquadrato tali problemi sapendo che si è impotenti a fronteggiarli perchè sono i problemi del sistema, allora si cerca di minimizzare, spezzettare, ritagliare, rimandare, deviare,contando sulla memoria degli amministrati che tanto lunga non è, e la storia stà lì a dimostrarlo.Poi, quando la situazione è talmente incancrenita e la gente che notoriamente sente solo il richiamo delle ”budella” scende in piazza, serpeggia la grande paura di sovversione, nei media, nelle tv,che vengono applicate all’uopo al momento opportuno.Che continuino a mantenere questi partiti ed a votarli allora.Alla fin fine c’era un detto: il mal voluto non è mai troppo….ed a chi parla di necessità di ricostruire un Italia migliore,mai facendo l’autocritica e col ditino in alto di chi sà tutto,pacatamente si dovrebbe far notare che fino ad adesso è avvenuto il contrario. Qualcosa vorrà dire questo, o no?