MARTEDì 24 LA ZARINA LORENZETTI DAVANTI AL GIP
FIRENZE – Maria Rita Lorenzetti, ex presidente della Regione Umbria e presidente di Italferr, da tre giorni agli arresti domiciliari per associazione a delinquere, corruzione e abuso d’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta sui cantieri Tav, martedì prossimo si presenterà davanti al gip del tribunale di Firenze Angelo Antonio Pezzuti per l’interrogatorio di garanzia. Tra l’altro il giudice ha già fissato, per lunedì 23 settembre, anche l’interrogatorio del presidente di Nodavia Furio Saraceno anch’egli ai domicliari. Glia altri sottoposti a provvedimento di custodia cautelare sono il geologo siciliano, già dirigente Ds poi Pd a Palermo Gualtiero (detto Walter) Bellomo, membro della commissione Via (Valutazione impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente; Valerio Lombardi, ingegnere di Italferr; Alessandro Coletta, consulente, ex membro dell’Autorità di vigilanza sugli Appalti pubblici; Aristodemo Busillo, della società Seli di Roma che gestisce la grande fresa sotterranea per realizzare il tunnel Tav a Firenze e che venne posta sotto sequestro dalla magistratura. Sentito, come persona informata di fatti anche l Governatore della Toscana Enrico Rossi al quale, probabilmente i magistrati avranno chiesto spiegazioni sulla rimozione o spostamento ad altro incarico dell’architetto Fabio Zita, il funzionario della Commissione Via della regione Toscana, contro cui “la squadra” messa in piedi secondo l’accusa dalla Lorenzetti & C. era particolarmente agguerrita. Sì, perché proprio Zita si era opposto alla possibilità di un decreto che “mutasse la qualifica giuridica delle terre di scavo da rifiuti, da smaltire in discariche apposite, a ‘sottoprodotti’ da poter trattare come normali inerti. Oppure ottenere l’autorizzazione paesaggistica dell’opera, in scadenza, oltreché ”ottenere il massimo riconoscimento possibile delle riserve contrattuali poste dagli appaltatori (Nodavia e le società subappaltatrici) per una maggiorazione delle spettanze per centinaia di milioni”. Zita insomma considerava le terre di scavo come rifiuti e quindi era un ostacolo. Le intercettazioni del ROS fanno emergere chiaramente quanto egli fosse inviso alla Lorenzetti, che lo definisce “stronzo” e “terrorista” e che – secondo il Gip – con espressioni esplicite e intenti manifesti, fa chiaramente il gioco del general contractor (Nodavia, ndr) e del socio di maggioranza Coopsette che giuridicamente dovrebbe esserle controparte contrattuale a cui deve far arrivare il massimo del profitto possibile con totale pregiudizio del pubblico interesse”. In sostanza avrebbe fatto gli interessi delle aziende interessate e non quelli della collettività. Tutto ciò con rischi anche sul piano della sicurezza, sia delle opere che dei materiali e macchinari usati. In fatti oltre allo “scambio di favori” ci sono altri due filoni di inchiesta: il primo riguarda l’ipotesi di illecito smaltimento dei fanghi, mentre l’altro la sicurezza dei materiali e dei macchinari.
La “Zarina” umbra avrebbe avuto, in quanto presidente di Italfer, il ruolo di coordinatrice delle ‘attività’ sul piatto. Come le precedenze su possibili incarichi emerse nelle intercettazioni dei carabinieri. La stessa Lorenzetti che avrebbe ‘speso’ i suoi rapporti con la senatrice Pd Anna Finocchiaro a cui nelle intercettazioni talvolta fa riferimento. Come quando dice a Gualtiero Bellomo (detto Walter), membro della commissione Via al ministero dell’Ambiente, di averlo promosso per un incarico prestigioso presso Anna Finocchiaro, elogiandolo anche perché sa ”fare squadra”. Anche se lo stesso Bellomo che – risulta sempre dalle indagini – nel giro di favori si lamenta perché la Finocchiaro non lo avrebbe inserito, come promesso, in un posto blindato della lista Pd alle elezioni del febbraio 2013. Bellomo avrebbe dovuto forse influenzare un parere favorevole sulla Valutazione di Impatto Ambientale perla Tav fiorentina…
Tra i favori ricevuti nel cosiddetto ‘gioco di squadra’ gestito dalla ex numero della Regione Umbria salta fuori anche il nome del marito, l’architetto Domenico Pasquale, inserito negli appalti post-terremoto in Emilia Romagna.
Maria Rita Lorenzetti difesa dall’avvocato Luciano Ghirga, ha già annunciato di voler rispondere alle domande del gip, rivendicando la correttezza del proprio comportamento. Anche Nodavia, ‘general contractor’ dei lavori Tav a Firenze, e Coopsette, socio di maggioranza, si dicono estranei ai presunti illeciti. Vedremo. Intanto il Pd ha sospeso Bellomo. Non Maria Rita Lorenzetti che da ieri non è più presidente di Italfer, per scadenza di mandato.
In Umbria, dove la Zarina era appunto, lo dice la parola stessa, la figura di maggior spicco, la vicenda è uno tsunami politico. Soprattutto a sinistra. Però, al di là di prese di distanze di circostanza, a prevalere è il silenzio, la cautela. La destra stessa non inveisce né infierisce. Non sventola lo scandalo Lorenzetti, nemmeno per difendere Berlusconi…
Il clima è un po’ surreale. Strano.
Però a pensarci bene, una che è cresciuta a pane e comunismo che accetta il soprannome di “Zarina”, anzi mostra di apprezzarlo, una qualche perplessità, qualche retropensiero poteva anche suscitarlo. I comunisti le zarine le fucilavano…
Nelle foto: sopra Maria Rita Lorenzetti. In basso, Aleksandra Fedorovna Romanova, l’ultima zarina di Russia, fucilata ad Ekaterinburg nel 1918 con tutta la famiglia.
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Conosco un cantiere dove sono stati riconosciuti i premi di accelerazione dopo circa 5 anni di ritardi nell’esecuzione dei lavori